Una mostra dedicata a William Hogarth
 Alessandro BETTAGNO

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INTRODUZIONE

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DELL'ARTISTA

LA MOSTRA

LE SEZIONI
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IL CATALOGO

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DELLE OPERE

INFORMAZIONI

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La mostra su William Hogarth dell'autunno del 1989 a San Giorgio, trae origine da un incontro, avvenuto a Londra con il direttore del Courtauld Institute, Michael Kauffmann, per cercare di stabilire forme di più stretta collaborazione tra le nostre istituzioni, studiando iniziative comuni. Da secoli i rapporti tra l'Inghilterra e Venezia in campo artistico e culturale sono stati particolarmente felici, e anche più recentemente, il nostro Istituto ha sempre trovato cordiale accoglienza presso le istituzioni inglesi: basti pensare ai prestiti di opere d'arte ottenuti in passato. Anche l'interesse degli specialisti inglesi per la tradizione veneziana continua da decenni a dare frutti eccezionalmente utili al progresso degli studi di storia dell'arte.

Proprio in questo spirito, in occasione del citato incontro, sono stati esaminati vari temi di collaborazione, mentre - tra le possibili mostre di argomento inglese - ci si è trovati facilmente d'accordo sul nome di William Hogarth. A determinare questa scelta c'era in primo luogo la semplice ragione che del «padre della pittura» inglese del Settecento non era mai stata esposta fuori dai confini dell'Inghilterra una organica e rappresentativa mostra monografica (le iniziative realizzate in Europa e in America si erano sempre limitate alle sole incisioni); e proprio la copiosa produzione e lo speciale interesse di un maestro come Hogarth nei confronti dell'espressione grafica corrispondevano alla prevalenza da sempre data a questa tecnica nelle mostre di San Giorgio. Grazie anche alla volonterosa collaborazione della specialista Mary Webster - che si sarebbe assunta l'incarico di una prima scelta delle opere e della stesura del catalogo - venne concretamente dato inizio alla preparazione della mostra, con l'intento di affrontare con maggiore libertà di scelta nuove tematiche di arte figurativa europea, da alternare ai tradizionali soggetti d'arte veneziana. Continuando quindi nella tradizione di ricerca, poiché alla ricerca e agli studi si è sempre indirizzata, qui a San Giorgio, quella particolare forma di attività culturale, tipica del nostro tempo, che è la mostra d'arte.

Tra i «maestri» non veneti che potevano meglio rispondere a questa nuova apertura, William Hogarth aveva tutte le caratteristiche necessarie per essere scelto quale personalità artistica cui dedicare questa nostra iniziativa. Una scelta giustificata soprattutto dal posto preminente che Hogarth occupa nell'arte europea, e che dà modo di presentare per la prima volta agli studiosi e al pubblico italiani uno dei maggiori artisti del Settecento, il grande innovatore della pittura britannica, e nello stesso tempo uno spirito autenticamente moderno, le cui opere presentano, nei contenuti, caratteri di singolare attualità. La mostra è nata da queste premesse. Per la sua realizzazione è stato prezioso l'aiuto di istituzioni e soprattutto di molti amici, ricordando in primo luogo i prestatori di opere della cui importanza il visitatore non potrà non rendersi conto. La nostra gratitudine si estende anche a tutti coloro che ci furono larghi di consigli e indicazioni. Naturalmente utili, anzi necessarie, queste ultime, soprattutto in un caso come quello di Hogarth, il cui corpus pittorico è gelosamente custodito da un grandissimo numero di collezionisti e istituzioni anglosassoni (un solo dipinto, tra quelli esposti, proviene da un museo «continentale», quello di Ginevra).

Concludendo, si è ritenuto di poter presentare una soddisfacente rassegna del grande pittore inglese, fornendo gli elementi per una maggiore conoscenza della sua opera e del posto che essa occupa nella tradizione europea. E ciò per le qualità espresse nell'opera medesima, indipendentemente da influssi e raffronti dettati da similari condizioni artistiche più che da dirette influenze e in genere comparazioni con quanto veniva accadendo nell'ambito delle tradizioni culturali di altri paesi. È il caso, tanto per fare un esempio, del nostro Pietro Longhi che, nei suoi dipinti - anch'essi di piccole dimensioni - di vita veneziana aristocratica e popolare, prescinde da atteggiamenti di critica morale e sociale e si limita ad essere il poeta soprattutto della malinconia e della nostalgia per un mondo che vedeva morire.


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