Filiberto Menna
Nota biografica

Storico dell'arte, teorico, critico militante, ma anche docente universitario, organizzatore di mostre, operatore culturale politicamente impegnato. Nella persona di Filiberto Menna convivono tutte queste figure. Alla critica dell'arte Menna arriva relativamente tardi, dopo gli studi in Medicina. La sua formazione è alla scuola di Lionello Venturi ed Argan, che lo introducono alla esigenza di fare dello studio dell'arte una scienza.

Il primo libro che pubblica è una monografia dedicata a Mondrian (1962, riedita nel 1999), cui segue, nel 1967, quella su Prampolini, rivelando interessi rivolti soprattutto alle tematiche del Moderno e delle avanguardie. E' del 1968 il libro più impegnato in questa direzione Profezia di una società estetica (nuova edizione 2001).

Comincia, nel frattempo, anche la sua carriera di professore universitario, dapprima a Salerno, dove diventa anche Preside della Facoltà di Magistero, e poi presso la Facoltà di Architettura di Roma.

E' del 1975 il suo libro più noto: La linea analitica dell'arte moderna, cui segue, nel 1980 una riflessione sullo statuto della critica in Critica della critica. Nel 1982 pubblica Quadro critico. Dalle avanguardie all'Arte Informale.

Industrial Design (1962) e La regola e il caso. Architettura e società (1970) raccolgono, invece, i suoi interventi più direttamente rivolti al tema della progettazione architettonica.

Dal 1960 comincia a svolgere la sua attività di critico d'arte, dapprima sul "Mattino", poi su "Telesera" e "Il Globo", proseguendola, infine, su "Paese sera", (1978-89) dove, caso abbastanza raro nei quotidiani italiani, curerà una pagina interamente dedicata all'arte.

Nel 1982 fonda la rivista "Figure", dedicata a studi di riflessione teorica sull'arte contemporanea e sull'estetica del Moderno.

La dimensione di studioso non frena, però, la passione verso l'attualità. E' commissario alla Biennale di Venezia, cura la sezione "Gli anni Settanta" della mostra "Linee della ricerca artistica in Italia dal 1960 al 1980", edizione 1981 della Quadriennale di Roma, di cui diventa Consigliere d'Amministrazione, coordinando la mostra della riapertura del 1986.

Il desiderio di partecipare alle trasformazioni del nostro tempo lo spingono anche all'impegno politico. Nel 1975 è Consigliere regionale della Campania, quale indipendente eletto nelle liste del PCI.

Curatore di moltissime mostre, in cui raccoglie ed organizza secondo progetti critici le sue "esplorazioni" negli studi degli artisti, Menna è legatissimo all'idea di un'arte che si fa esperienza viva e partecipata. Da questo modo d'essere nasce l'Astrazione povera, il progetto di ripensamento di una logica analitica della pittura, attorno a cui raccoglierà un gruppo di artisti in una serie di iniziative comuni.

La sua attività di studioso prosegue frenetica anche negli ultimi anni. Nel 1988 pubblica, infatti, William Hogarth. L'analisi della bellezza ed Il progetto moderno dell'arte, ultimo lascito della sua visione prospettica e appassionata dell'arte e del mondo.


 

Indicazioni bibliografiche

Un'ampia bibliografia degli scritti di Filiberto Menna, attualmente in corso di revisione e di aggiornamento, è stata pubblicata nel 1991: Bibliografia degli scritti di Filiberto Menna 1958-1989, a cura di A. Cascavilla, Edizioni 10/17, Salerno 1991.

 

Libri